PATAGONIA - Dicembre 2013


Un viaggio programmato da molto tempo che ci porterà in macchina da El Calafate fino alla Fin del mundo nella Terra del Fuego attraversando dei panorami mozzafiato accompagnati dagli splendidi scenari della meravigliosa catena andina .. Partecipanti: Leonardo, Roberto, Monica, Silvia, Maria, Benedetta e Clarissa

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Il 26 dicembre 2013 inizia l’avventura con il volo intercontinentale Roma - Buenos Aires servito da Aerolineas Argentinas, acquistato molto tempo prima a un prezzo davvero interessante; la soluzione è la più economica ma anche molto basilare su un aereo molto scomodo e abbastanza datato con monitor anni '60 ... L'arrivo è alle 05.00 del mattina del giorno seguente a Buenos Aires dove, in mezzo a un caos pazzesco, dobbiamo andare a riconoscere i nostri bagagli in un altro terminal prima di imbarcarli nel volo successivo, sempre con Aerolineas Argentinas, con partenza 08.15 e arrivo a El Calafate alle ore 11.35

27 Dicembre 2013 ... Prendiamo una piccola navetta che ci porta all'Hosteria Meulen, una specie di piccolo castello ubicato in una piccola collinetta con una vista stupenda sul lago argentino; un pò distante dal centro di El Calafate, che tutto sommato raggiungiamo senza problemi o con una navetta che parte due volte il giorno dall'Hosteria o con i taxi sempre molto disponibili e molto economici a tutte le ore.

Il nostro compagno di viaggio che ci accompagnerà per quasi tutta la vacanza sarà il pampero, il famoso vento che soffia da queste parti in modo incessante ...

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Il pomeriggio lo trascorriamo all'interno della Laguna Nimez, proprio a ridosso del lago argentino a 10 minuti a piedi dal nostro hotel e che ospita numerose specie di uccelli acquatici, osservabili percorrendo un percorso a anello all'interno di questo incantevole posto

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Appena rientrati in albergo, ci prepariamo per la cena nella pittoresca cittadina di El Calafate, baciata da un clima mite e piena di negozietti tipici e mercati caratteristici e con moltissimi ristoranti per tutte le tasche, alcuni dei quali esibiscono succulente grigliate di asado patagonico e altre "parilla" per stomaci forti, fra cui la salsiccia nera di sanguinaccio ..

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28 Dicembre 2013 ...  Partiamo la mattina presto con un bus che ci porterà dopo un'oretta circa di viaggio a prendere la barca che ci farà fare un'imperdibile navigazione sul lago argentino; la mattina inizia con un tempo da lupi e una pioggia fitta e persistente; nonostante lo scetticismo dei miei compagni di viaggio, l'effetto dello sciamano che è in me fa sì che l'acquazzone smetta proprio all'arrivo al molo, e arrivi un'inaspettata giornata di sole per tutta la navigazione 

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La navigazione ci consentirà di ammirare gli iceberg, che fluttuano sulle acque cristalline del lago, provenienti dai vari ghiacciai ai quali il battello si avvicina: uppsala, spegazzini e perito moreno. Questa esperienza è stata favolosa, non solo per il bel tempo insperato ma anche per i panorami mozzafiato che ci siamo potuti gustare nel corso della navigazione 

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29 Dicembre 2013 ...  l’assoluto must, forse dell’intero viaggio, il PERITO MORENO! Se già incute emozione ammirarlo durante la navigazione sul lago argentino, l’osservarlo dalle passerelle che lo sovrastano, e che consentono di comprendere l’imponenza di questo gigante ghiacciato, è un’esperienza esaltante. Indimenticabile il soffermarsi per qualche minuto e ascoltare il rombo degli iceberg che si staccano dall’imponente barriera di ghiaccio e si tuffano nel lago. Val da solo il prezzo del viaggio!

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Non poteva mancare un "improvvisato gemellaggio" con una famiglia di Buenos Aires, tifosi del Boca Junior, con i quali abbiamo condiviso uno dei più grandi centravanti di tutti gli emisferi: Gabriel Omar Batistuta ....

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Rientro nel tardo pomeriggio ancora a El Calafate dove ci aspetta una spettacolare grigliata mista di Asado con vari tipi di carne .......

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30 Dicembre 2013 .. Lasciamo El Calafate, destinazione Cile, ed in particolare le Torres del Paine. Abbiamo organizzato il trasferimento via internet, e dopo vari contatti con tour operator locali, abbiamo trovato cortesia e competenza in un' agenzia cilena che ci ha organizzato tutti i trasferimenti, con un comodo van da 7 posti a un prezzo molto contenuto. Dopo una sosta per un’immancabile fotografia ricordo con il cartello stradale della mitica ruta 40, attraversiamo la frontera alla concha carrera, un posto da film western, dove i vari autisti omaggiano i doganieri di vini e salumi. I controlli sono rigorosi ed occorre passare le valigie ai metal detector, stile controlli aeroportuali. Appena al di là della frontera ci attende l’autista cileno, e salutiamo il cordiale Miguel, che ci ha accompagnato sin da El calafate, con la compagnera, che non abbiamo ben capito se fosse la socia in affari o la ganza .....

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Nel pomeriggio arriviamo all’HOTEL RIO SERRANO, una struttura ricettiva notevole (certamente la migliore di tutto il viaggio), ubicata in una magnifica vallata, in mezzo a bellissimi corsi d’acqua e con una vista indimenticabile sul gruppo delle torres del paine. Attenzione però: essendo una delle pochissime strutture alberghiere all'interno del parco senza macchina qui non si va da nessuna parte; per visitare il parco siamo costretti a ricorrere alle uniche e costose escursioni dell’hotel; ed anche per mangiare non c'è nient'altro a parte il ristorante all'interno dell'hotel ..

Nel pomeriggio, non avendo tempo sufficiente, né mezzi, per raggiungere il parco, ripieghiamo su una passeggiata consigliataci alla reception: ad un centinaio di metri dall’hotel, parte un sentiero verso la sommità di una piccola montagna, dove ci indicano vi sia una lacuna escondida. Ci vogliono due ore per salire, ma ne vale assolutamente la pena, e non tanto per la laguna, che non è niente di che, ma per gli splendidi ed incomparabili panorami verso la vallata ed oltre, verso le torres del paine.

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31 Dicembre 2013 .. Il giorno dopo, niente camminata alla base delle torres del paine, causa un tempo inclemente, con pioggia e nebbia. Tuttavia, optiamo per una bellissima escursione “full day paine”, che ci consente di passeggiare su una spiaggia scura in riva ad un lago costellato da iceberg, con vista su un ghiacciaio, di visitare un paio di belle cascate ed altri laghi, che con il tempo migliore, ci dicono, ci avrebbero riservato viste splendide sul massiccio delle torres. Nel parco, guanachi a go-go, un magnifico ZORRO (la volpe patagonica) ed una coppia di carpinteros (dei picchi dal ciuffo rosso, magniici!). 

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La sera, trascorriamo uno dei fine anno più belli in assoluto con uno spettacolo di intrattenimento dei gestori cubani, che ci coinvolgono anche in danze caraibiche, insieme agli altri commensali. L'unicità di questa piacevolissima serata è la presenza di moltissime tavolate di almeno una ventina di nazionalità diverse, con canzoni tipiche per ognuna di loro, che hanno coinvolto tutta la sala ...... Serata Top ......

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01 Gennaio 2014 Si riparte di primissima mattina con il mitivo Hugo, l’autista cileno, di una disponibilità unica, che poi ci condurrà fino alla fin del mundo. Sosta alla cuevas del milodon, una caverna formata in seguito all'erosione dovuta alle ondate di fango che hanno inondato questo posto, e che ha lasciato i resti di un bradipo gigante, probabilmente estinto circa 5000 anni fa ... 

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la fermata è d'obbligo a pranzo a puerto Natales 

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e quindi via, sino alla pinguinera SENO OTWAY. In una piacevole baia, alle porte di Punta Arenas, si trova questa popolosa colonia di pinguini di Magellano. 

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Protagonista assoluto: il vento, impetuoso, incessante, che durante le raffiche ti sferza il volto e spesso rende difficile l’incedere. Ma questa è la Patagonia, dove la vegetazione è bassa, quasi strisciante, gli alberi sono rarissimi, e se vi sono, li trovi piegati, come se si nascondessero per non essere travolti. La sera a Punta Arenas, deserta, ancora stordita dai festeggiamenti del capodanno, ceniamo sulla terrazza panoramica di un best western (uno dei pochi ristoranti aperti), dove ci accompagna l’imperdibile cerveza austral, la birra del luogo. Il nostro hotel è invece il centralissimo hotel plaza, un albergo un po’ datato, ma fascinoso, con buon rapporto qualità prezzo.

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02 Gennaio 2014 ..... Partenza di primissima mattina per affrontare lo Stretto di Magellano, su una specie di chiattone, il traghetto crux australis. Una ventina di auto, un ponte superiore sul lato di tribordo e sotto un piccolo spazio con poltrone per i malcapitati passeggeri. 3 ore nello stretto in tempesta, con un vento da 40 e più nodi. Roberto riesce a stare imperterrito sul ponte, dall’inizio alla fine, per non perdersi un solo attimo di questo trasbordo verso la terra del fuoco, io non ce la faccio a stare fuori tranne in alcuni momenti per cercare di catturare qualche immagine da immortalare nelle mia macchina fotografica .... Nonostante si sia all'interno di un canale abbastanza distante dai due oceani, l'influenza e sopratutto la differenza di altitudine proprio dei due oceani, crea una traversata con delle onde altissime che portano un'altissima percentuali di passeggeri (noi esclusi fortunatamente) a correre fuori per vomitare ...

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Arriviamo (io congelato!) nel porto (porto? un piccolo attracco, senza molo, in una baia naturalmente riparata) di Porvenir, accolti da una piccola flotta di delfini (la gente del posto li chiama “tonina”). All’arrivo, il capitano comunica che il servizio è sospeso fino a nuovo avviso, causa vento, ma pare che qui sia una cosa normalissima, dato che qui comanda, appunto, sua maestà il vento. 

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Prendiamo alloggio al bell’hotel BARLOVENTO (veramente una bella struttura, in legno, con tutti i comfort ed un ottimo ristorante) e dopo un buon pranzetto ci dirigiamo alla colonia del pinguino rey, dove arriviamo dopo circa 1 ora e mezzo di strada in gran parte sterrata. Il PARQUE PINGUINO REY è una full immersion nella natura: solo un cartello che lo segnala, in un contesto di una baia meravigliosa, dove un fiumiciattolo, che fa un’ansa a poca distanza dal mare, funge da barriera tra gli umani e questi coloratissimi pinguini, che arrivano quasi ad un metro di altezza. Consiglio vivamente questa escursione, in cui si rimane rapiti da questi animali, che si possono osservare veramente da vicino, e sono a dir poco splendidi. Copritevi bene, perché in giornate ventose come quella che abbiamo incocciato noi, fa veramente freeedddooo!!!
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03 Gennaio 2014 .. Ci dirigiamo verso la ciudad mas austral del mundo: USHUAIA. Tappa a Rio Grande, la capitale della pesca alla trota; fermata obbligatoria perché il furgoncino di Hugo comincia a fare fumo dal motore ed è stato messa una guarnizione provvisoria non sufficiente a riparare in modo definitivo il problema .... da qui in poi il furgone sembrerà più un treno a vapore che un mezzo a 4 ruote ...
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 sosta al passo garibaldi (l’eroe dei due mondi è ricordato qui, a denominare un valico che affaccia sul lago fagnano, nei pressi di tolhuin)

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 per poi finalmente raggiungere (con il motore sempre più fumoso con il nostro mitico Hugo che ci ha portato preciso alla fine del nostro itinerario quasi collassato alla FIN DEL MUNDO. Alloggiamo all’Hotel ROSAS DE LOS VIENTOS, arroccato sopra il porto, a 5 minuti dalla via principale della cittadina (comunque 5 minuti di salita tosta). L’hotel è semplice, ma molto carino ed alla reception ci accoglie un gentilissimo ragazzo che per qualche anno aveva abitato vicino a torino e parlava un ottimo italiano. 

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La sera, cena alla CANTINA FUEGINA DA FREDDY, dove si mangia una centolla (un granchione dal sapore simile all’aragosta) esageratissima .... da questo momento questo posto diventerà il nostro ritrovo per tutte le altre sere in cui rimarremo qui a Ushuaia ....

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04 Gennaio 2014 .. Il giorno dopo, visita al parque della tierra del fuego. Sarà il tempo inclemente, ma la visita la ricorderemo più per il fatto di aver toccato la fine della ruta alla bahia lapataia, che per lo spettacolo naturale, che non è il massimo. Le magnifiche immense distese della steppa patagonica, lasciano qui infatti spazio a piccole montagne alberate, con qualche lago, e panorami di certo più europei. Anche il trenino della fin del mundo, che serve gli ultimi 7 chilometri che percorrevano i carcerati del penitenziario per raggiungere i luoghi del lavoro, è troppo spettacolarizzato, anche se è piacevole, soprattutto per i bimbi. Il tempo di farsi timbrare il passaporto alla isla redonda, dove il baffuto inserviente gestisce l’ultima unidad postal del mundo, e torniamo ad Ushuaia, per la navigazione sul canal beagle. UN MUST! Noi dobbiamo ripiegare sull’escursione della canoero, dato che la tres marias e le altre, che portano anche all’Hestancia Harberton ed alla ISLA H, sono fully booked. Ma sarà comunque bellissimo: il catamarano ci sbarca su una delle isole bridges, dove il panorama sulle montagne che incorniciano Ushuaia è splendido. Quindi, accostando scogli ricolmi di leoni marini, cormorani reali e numerosi altri uccelli marini, raggiungiamo il faro les eclaires, non l’ultimo faro della terra australe, ma un faro fantastico, in una location straordinaria. Da brividi!

 

Rientro a Ushuaia, cena da freddy, altra centolla, ed il giorno dopo con la seggiovia al Glacier Martial, dove la vista sulla città e sul canal beagle è magnifica. Ai piedi della seggiovia, LA CABANA DE TEA, un locale carinissimi, con tanti oggetti piacevoli ed ottimi panini e dolciQuindi, visita molto interessante al penitenziario, l’Alcatraz del sud-america.

La sera, destinazione Buenos Aires, dove arriviamo in nottata e prendiamo alloggio al SAN TELMO LUXURY SUITES (consigliatissimo). Giornata bella, ma shoccante, soprattutto per il caldo a cui non siamo abituati. Un giro sul bus turistico, stop alla casa rosada, al quartiere della boca, con la bombonera ed il fascinoso caminito, una passeggiata sul ponte di calatrava (viste splendide) e poi, di corsa in aeroporto, e stravolti, sul volo di ritorno, con tanti ricordi, che rimarranno impressi nel cuore di tutti noi.